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Lecco - presentazione di Corpi che non contano


Lecco, 10 giugno 2016 ore 19.30
Centro di documentazione anarchico "L'arrotino",
via 1 maggio 24c (rione Malavedo)

presentazione di Corpi che non contano e Sento dunque sogno,

con M. Filippi e M. Reggio

h 19.30 cena vegan
h 21 presentazione

Corpi che contano, anche quelli degli animali - recensione di Macri Puricelli

foto: wander galerie
Corpi che contano, anche quelli degli animali
Recensione di Macri Puricelli (Zoe la Gatta - Repubblica)

Cosa succederebbe se venisse letta e compresa in tutta la sua portata rivoluzionaria l'affermazione secondo cui “chiedere la fine della crudeltà significa chiedere la distruzione delle istituzioni della crudeltà? E cosa succederebbe se la pensassimo come i popoli dell'Amazzonia e cioè che gli animali non sono altro che umani travestiti? Ovvero che l'umanità non è una questione fisica bensì morale?

Non è un pensiero semplice quello di Judith Butler, la filosofa post-strutturalista statunitense che si occupa di filosofia politica, etica, teoria letteraria, femminismo e Queer Theory.


Corpi che non contano

“Corpi che non contano. Judith Butler e gli animali”
a cura di Massimo Filippi e Marco Reggio
con un’intervista a Judith Butler
e scritti di Massimo Filippi, Richard Iveson, Marco Reggio, James Stanescu
e postfazione di Federico Zappino
Mimesis edizioni
euro 10

Il libro sarà a breve disponibile nelle librerie.
E’ possibile ordinarlo già da ora al prezzo speciale di 8 euro (+ spese di spedizione) all’associazione Oltre la Specie, scrivendo a info@oltrelaspecie.org con l’indicazione dell’indirizzo di recapito e del numero di copie desiderate.




E l’“Uomo”? È un dato di fatto o il frutto avvelenato di una ben precisa costruzione storica? Quali consuetudini lo hanno eretto? Qual è il fondale osceno da cui è emerso e che non smette di nascondere? Da quali e quante morti ha preso vita? Chi ha colonizzato, incorporato, espropriato e appropriato? Chi è stato e continua a essere mangiato? 
Questo libro utilizza alcuni degli strumenti filosofici di Judith Butler – vulnerabilità, lutto, vite precarie –, per esplorare insieme a lei, ma senza timori reverenziali, i processi di umanizzazione e di animalizzazione, per portare alla luce «un altro potere ancora che non ha bisogno di dirsi»: il potere che si occulta dietro la barra della dicotomia umano/animale, dicotomia gerarchizzante e violenta come tutte le altre, ma tuttora profondamente ignorata in quanto considerata “naturale” e, come tale, immune al pensiero critico e ai processi politici trasformativi.